L’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR/ACNUR) ha annunciato di aver identificato tre zone dove intervenire per facilitare il ritorno in patria dei rifugiati somali dal Kenya, così come previsto da un recente accordo siglato con i governi di Nairobi e Mogadiscio.
Ribadendo che il rimpatrio sarà scelto volontariamente dai rifugiati il responsabile di UNHCR in Kenya, Abel Mbilinyi, ha detto che l’agenzia internazionale ritiene che la situazione della sicurezza a Luuq, Baidoa e Kismayo sarebbe sufficientemente tranquilla da consentire qui l’avvio delle operazioni di rimpatrio.
A lungo sotto il controllo delle milizie fedeli al gruppo islamico radicale degli Al-Shabaab, tutte e tre le aree sono ora presidiate dall’esercito federale somalo e dalle truppe inquadrate nella missione congiunta Unione Africana-Nazioni Unite dell’AMISOM.
Baidoa è la terza città più importante della Somalia, situata nella regione sud-orientale di Bai, 200 chilometri a nord di Mogadiscio. Luuq e Kismayo, quest’ultima la seconda città somala, si trovano entrambe nella regione meridionale semi-autonoma di Jubaland.
Secondo Mbilinyi, in queste tre aree l’UNHCR sarebbe in grado di organizzare in tutta sicurezza il ritorno dei rifugiati e monitorare le attività delle organizzazioni non governative coinvolte nelle operazioni.
Nel frattempo l’UNHCR ha allestito un ufficio presso il campo profughi di Dadaab, in Kenya, per cominciare le iniziative di sensibilizzazione sui contenuti dell’accordo siglato con Kenya e Somalia e fornire ai rifugiati tutte le informazioni in merito. * Michele Vollaro – Atlasweb