È caotica e di difficile interpretazione la situazione sul terreno in Sud Sudan mentre si ripetono, per ora senza esito, gli appelli al dialogo da parte delle Nazioni Unite.
Stando a fonti del governo di Juba, citate da agenzie internazionali, si sarebbe fermata l’avanzata di una milizia composta da migliaia di giovani – nota come ‘Armata bianca’ – che nel fine-settimana l’ex vice-presidente Riek Machar era stato accusato di aver mobilitato verso Bor, capitale dello Stato di Jonglei. Una milizia che secondo Juba sarebbe agli ordini di Machar per “attaccare il governo”, ma dalla quale i capi ‘ribelli’ hanno preso le distanze sostenendo si tratti di ex militari sollevatisi spontaneamente contro l’esecutivo del presidente Salva Kiir.
“Le nostre forze sono a Bor e preparano la loro prossima operazione” ha dichiarato il portavoce ‘ribelle’ Moses Ruai Lat, annunciando anche di aver fermato un tentativo di offensiva dei soldati lealisti. “Riguardo all’Armata bianca – ha aggiunto – non comandiamo quegli uomini, non diamo loro ordini”.
La responsabile della missione Onu (Unmiss), Hilde Johnson, è tornata intanto a esprimere forte preoccupazione. “La missione ha cominciato a fare ricognizioni aeree su Jonglei per avere un’idea più chiara del numero di questi giovani armati e di dove si stanno dirigendo” ha detto Johnson al quotidiano Sudan Tribune. “L’Unmiss ribadisce il suo appello al dialogo fra rappresentanti del governo e dell’ex vice presidente Machar affinché trovino una soluzione pacifica alla crisi” ha insistito la rappresentante dell’Onu.
Nel fine-settimana, i rappresentanti dei governi della regione hanno dato tempo ai due contendenti fino al 31 dicembre per fermare i combattimenti e avviare colloqui “faccia-a-faccia”. Il governo sud-sudanese, almeno sulla carta, si è detto pronto a far tacere le armi, minacciando rappresaglie se la controparte non farà altrettanto.
Secondo dati dell’Onu, dall’inizio della crisi, il 15 dicembre, si contano ormai 180.000 sfollati, decine di migliaia dei quali rifugiati presso basi dell’Unmiss a Juba, Bor, Bentiu, Malakal e Pariang. – Misna