Un accordo di cessate-il-fuoco tra il governo e un gruppo ribelle guidato dall’ex generale David Yau Yau, attivo nella regione orientale di Jonglei dal 2012, è stato firmato una settimana dopo un’altra intesa di tregua relativa a un più esteso conflitto divampato in diverse aree del Sud Sudan il mese scorso.
Il nuovo accordo è stato sottoscritto ieri ad Addis Abeba grazie a una mediazione del Church Leaders Mediation Initiative (Clmi), un organismo presieduto da monsignor Paride Taban, vescovo emerito di Torit. In una nota diffusa nella capitale etiopica si evidenzia che l’intesa “mira a creare un ambiente favorevole per negoziati di pace tra le parti”. Nel comunicato si ricorda che il conflitto nella regione di Jonglei ha “colpito in modo diretto circa 70.000 persone, quasi la metà della popolazione di etnia Murle”. Le violenze hanno anche costretto 17.000 persone a fuggire in Uganda, Kenya ed Etiopia.
L’intesa tra il governo e Yau Yau appare legata al nuovo conflitto esploso in Sud Sudan il 15 dicembre, a seguito di un presunto tentativo di golpe. L’ex generale è un Murle, una comunità entrata in contrasto con i Nuer, il gruppo di appartenenza di Riek Machar, ex vice-presidente alla guida dei ribelli in lotta dal mese scorso contro le forze governative. Un conflitto, quest’ultimo, che sta attraversando non solo Jonglei ma anche le vicine regioni di Upper Nile, Unity e Lakes; e al quale l’accordo di cessate-il-fuoco sottoscritto il 23 gennaio potrebbe ora, nonostante le difficoltà nella sua applicazione, porre fine. – Misna
