31/07/14 – Camerun – Boko Haram, “una minaccia per tutti”

di AFRICA

 

“Non ci aspettavamo attacchi sempre più pesanti contro il nostro paese. Direttamente o indirettamente siamo tutti colpiti dalla minaccia di Boko Haram. Ormai non ci sentiamo più tranquilli”: lo dicono alla MISNA fonti religiose contattate dalla MISNA a Yaoundé, la capitale politica del Camerun, a pochi giorni da un’incursione dei miliziani nigeriani nella località di Kolofata, conclusa con 15 morti e il rapimento di diverse persone, tra cui responsabili politici e religiosi.

“Hanno perso la vita alcuni dei nostri compatrioti e, di giorno in giorno, si allunga l’elenco delle vittime. Tutto il paese è in lutto – prosegue l’interlocutore della MISNA –. Ognuno di noi ha parenti, amici o conoscenti nell’Estremo Nord, per motivi familiari o di lavoro. Poi ci sono sempre più soldati, ragazzi giovani, inviati al fronte, che rischiano la vita”.

Altro motivo di preoccupazione è l’emergenza umanitaria alla quale deve far fronte il Camerun, dove hanno già trovato rifugio decine di migliaia di civili in fuga dalla confinante Nigeria. “Autorità e organizzazioni umanitarie sono di fronte a varie sfide e cercano di rispondere alle necessità di cibo, acqua e cure dei rifugiati in un contesto sfavorevole” sottolinea la fonte locale, precisando che “a causa dell’insicurezza alcune scuole sono state chiuse e i pochi servizi essenziali a disposizione ora funzionano a regime ridotto”. Inoltre sta dilagando un’epidemia di colera che colpisce i rifugiati ma anche residenti dell’Estremo Nord, soprattutto bambini e donne.

Decretata da tempo “zona a rischio”, la regione dell’Estremo Nord è stata teatro nell’ultimo anno del rapimento di diversi cittadini stranieri, tra i quali anche alcuni missionari tornati in libertà dopo alcune settimane.

Nelle ultime ore il presidente del Camerun, Paul Biya, e il suo governo hanno varato una serie di decisioni operative per “rispondere con determinazione alla battaglia in corso” contro Boko Haram. Secondo la stampa locale, l’attacco di domenica scorsa a Kolofata è stato un “elettrochoc” che sta spingendo le autorità a “cambiare risposta”. L’assalto, attuato da un comando di più di 200 combattenti, è stato pianificato nel dettaglio. Gli assalitori, che hanno rapito la moglie del vice-primo ministro Amadou Ali, un capo religioso locale, il sultano di Kolofata, e il sindaco della città, indossavano l’uniforme di militari camerunensi e circolavano a bordo di veicoli che sembravano ‘ufficiali’. Destituiti dal presidente il luogotenente colonnello Tchanuo Ngongang, comandante del 34° battaglione di fanteria motorizzata, e il colonnello Gédéon Youssa, comandante della gendarmeria nella vicina regione del Nord.

Dal 1° agosto le autorità camerunensi dovrebbero raggruppare tutti gli uomini dispiegati sul terreno sotto un unico comando operativo, per “ridurre la dispersione dei mezzi e gli sforzi” contro i militanti nigeriani. Inoltre la scorsa settimana Camerun, Nigeria, Niger e Ciad si sono impegnati a costituire una forza armata multinazionale per coordinare e rafforzare la lotta regionale contro Boko Haram. – Misna

 

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