1969. Viene assassinato, non ancora quarantenne, Thomas Joseph Odhiambo Mboya, il “Kennedy nero”, leader nazionalista keniano. Era stato anche presidente della Conferenza panafricana di Accra.
«Fin dai primi anni Sessanta era grande la celebrità internazionale di Tom Mboya. Era il più in vista dei politici keniani. Ogni due mesi faceva un’apparizione sulla tivù britannica: calmo, molto fiducioso, parlava con tono misurato ma enfatico. Più di ogni altro leader africano, a eccezione forse di Kwame Nkrumah, il giovane Mboya incarnava e proiettava su di noi, il mondo che stava a guardare, la determinazione e le speranze dell’Africa durante il grande periodo della decolonizzazione». (David Goldsworthy, autore di Tom Mboya: The Man Kenya Wanted to Forget, 1982)