1462. All’inizio della tratta in Europa, il pontefice la definisce magnum scelus (“enorme crimine”) e ordina ai vescovi di colpire con le censure ecclesiastiche quanti la praticano.
«Era giunta voce che i capi di quelle spedizioni, sebbene cristiani, avessero abusato delle armi e dell’ingegno per imporre la schiavitù a popoli inoffensivi […] Pio II, senza alcun indugio, scrisse una lettera al vescovo di Rubio per biasimare e condannare tanta malvagità». (Leone XIII, enciclica In plurimis)