2015. Apre la 56ª Biennale Arte di Venezia, che per la prima volta viene affidata a un curatore africano, il nigeriano Okwui Enwezor (foto). Tra i Paesi presenti per la prima volta ai “Giardini”, Mauritius e Mozambico.
«Il “parlamento delle forme” è un modo per ridiscutere la vitalità, l’importanza e la necessità dell’arte nelle nostre vite, nella nostra cultura comune, in un momento in cui gli oggetti storici e artistici sono stati distrutti. E vuol dire anche richiamare l’attenzione su un’altra cosa che Benjamin ha detto, che non esiste una sola immagine di una civiltà che non sia in sé un’immagine di barbarie. Tutti vediamo quanto succede in Iraq e abbiamo assistito alla distruzione dei Buddha di Bamyian e, per quanto queste cose possano dare fastidio, penso anche alla disputa tra la Grecia e il British Museum per i marmi del Partenone… Sì, nel museo li si conserva, ma lontano dal loro contesto, è una forma di distruzione. Il “parlamento delle forme” allora è questa conversazione tra forme e pratiche». (Okwui Enwezor)