Sierra Leone – Dopo ebola, emergenza parti

di Enrico Casale
emergenza parti in sierra leone

La Sierra Leone è il paese con il tasso di mortalità materna più alto al mondo. Circa una mamma su 100 non riesce a sopravvivere ala nascita del suo bambino. In questo drammatico scenario Ebola ha causato ad oggi quasi 4 mila morti. Solo il 7 novembre il Paese è stato dichiarato ebola-free (vedi Fides 6/11/2015). Adesso, accanto alle perdite dirette causate dall’epidemia, ci sono i danni collaterali, che in questa fase emergono con drammaticità.
Le vittime principali sono gli ospedali e i centri di salute, chiusi per le pesanti perdite di personale sanitario e per la paura del contagio, lasciando intere popolazioni prive di accesso ai servizi sanitari di base (tra i quali i parti). Medici con l’Africa Cuamm ha deciso di supportare il Princess Christian Maternity Hospital (PCMH) di Freetown, raccogliendo l’invito delle autorità sanitarie della Sierra Leone. Si tratta del principale ospedale materno-infantile di Freetown, con un bacino d’utenza di oltre 1 milione di persone. Con 150 posti letto, quasi 9 mila pazienti ricoverati e oltre 5 mila parti assistiti nel 2014, è l’unica struttura sanitaria del distretto in grado di offrire cure di qualità nelle emergenze ostetriche e neonatali.
Oggi l’ospedale non è più in grado di garantire servizi sanitari in modo continuativo: dopo 3 morti a causa di Ebola, è stato chiuso un reparto e 32 membri dello staff sono stati messi in quarantena. La carenza di farmaci è particolarmente acuta e continua a peggiorare la qualità delle cure. La grande sfida del Cuamm in questo contesto è come sempre quella di migliorare la qualità delle cure inviando personale qualificato, medici specialisti in ostetricia e ginecologia, formando lo staff locale, gli studenti di medicina e i tirocinanti attivi in ospedale e fornendo attrezzature e farmaci essenziali. Inoltre, il Cuamm mira a sviluppare un efficace sistema di riferimento (trasporto in ambulanza) nella Western Area per le emergenze ostetriche, integrato con le strutture sanitarie minori che sorgono nella zona, e regolarizzare la disponibilità di elettricità, i servizi di pulizia e lo smaltimento dei rifiuti, per rendere completamente operativa la struttura.
(15/12/2015 Fonte: Fides)

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