In Nigeria si torna a parlare di Biafra (e di secessione)

di Enrico Casale
la bandiera del Biafra

radio biafraIn Nigeria è riapparso lo spettro della guerra del Biafra. Sembrava che quel conflitto fosse stato sepolto dalla Storia e che quelle antiche tensioni non si dovessero più presentare. Invece eccolo riapparire.

La notizia è il rilascio di Nnamdi Kanu, un attivista pro Biafra che era stato arrestato a ottobre dal Dipartimento dei Servizi di Stato con l’accusa di aver gestito Radio Biafra, un’emittente illegale. L’ordine di scarcerazione è stato pronunciato dall’Alta corte di Abuja dopo che l’accusa ha ritirato le accuse penali contro di lui. Kanu è il volto nuovo di una battaglia antica, quella della secessione della regione sudorientale e la creazione di uno Stato indipendente per la popolazione igbo. Nei mesi scorsi, lui e un gruppo di collaboratori hanno organizzato una serie di proteste in tutto il Paese. Mercoledì scorso, i manifestanti hanno preso d’assalto Lagos, capitale commerciale della nazione, chiedendo la liberazione di Kanu e l’indipendenza del Biafra.

Così, quello che sembrava un capitolo chiuso nella Storia della Nigeria, si sta, neanche troppo lentamente, riaprendo. La crisi del Biafra è scoppiata nel 1967 quando Emeka Odumegwu-Ojukwu, governatore militare dell’allora Regione orientale della Nigeria, dichiarò unilateralmente la Repubblica indipendente del Biafra nel Sud-Est del Paese. Odumegwu-Ojukwu accusava il Governo federale di aver ucciso migliaia di igbo a seguito di un tentato golpe. Il Biafra fu riconosciuto solo da un piccolo numero di Paesi durante la sua esistenza: Gabon, Haiti, Costa d’Avorio, Tanzania, Israele e Zambia. Malgrado la mancanza di un riconoscimento ufficiale, altri Paesi fornirono assistenza militare. In modo particolare, Francia, Rhodesia e Sudafrica. L’aiuto del Portogallo fu cruciale per la sopravvivenza della repubblica. L’allora colonia portoghese di Sao Tomè e Principe divenne un centro di raccolta degli aiuti umanitari. La moneta del Biafra fu stampata aLisbona, che era anche sede dei principali uffici d’oltremare del Biafra.

Emeka Odumegwu-OjukwAlla dichiarazione di indipendenza, la Nigeria rispose con un blocco economico e invase il territorio il 6 luglio 1967. Si scatenò una guerra civile che causò una carestia che uccise migliaia di persone (forse addirittura un milione). Il conflitto terminò nel 1970 con la sconfitta del Biafra e la fuga di Emeka Odumegwu-Ojukwu. Il Biafra fu nuovamente annessa alla Nigeria. Abuja tornò quindi in possesso anche dei ricchissimi giacimenti di petrolio del Paese presenti nella regione.

Ora, dopo quasi cinquant’anni, si torna a parlare di Biafra e di secessione. Un’altra tegola per il Presidente Buhari.

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