“Vogliamo far passare insieme un messaggio essenziale: che il conflitto nella Repubblica Centrafricana non riguarda la religione” ha affermato il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, nell’incontrare a New York i leader della “piattaforma dei religiosi per la pace”: Sua Ecc. Mons. Dieudonné Nzapalainga, Oumar Kobine Layama, rispettivamente Arcivescovo e Imam di Bangui, e il Pastore Nicolas Grékoyamé-Gbangou, Presidente delle Chiese Evangeliche.
Dicendosi “onorato” di incontrare i tre leader religiosi, il Segretario Generale dell’ONU ha affermato che costoro “sono un forte simbolo della lunga tradizione di coesistenza del loro Paese”. “Assistiamo alla manipolazione delle appartenenze religiose ed etniche per motivi politici” ha aggiunto Ban Ki-moon. “Spero che il popolo centrafricano si libererà dalla paura e ritornerà alla coesistenza che fa parte da molto tempo della tradizione del Paese”.
I leader religiosi hanno illustrato la drammatica situazione centrafricana (vedi Fides 8/3/2014) al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che dovrà decidere l’invio di una missione di consolidamento della pace nel Paese. Il Segretario Generale dell’ONU ha chiesto ai membri del Consiglio di decidere al più presto il dispiegamento nella Repubblica Centrafricana di 12.000 “Caschi Blu” in appoggio ai 6.000 militari della MISCA (Missione africana in Centrafrica) e dei 2000 soldati francesi della forza Sangaris già presenti sul terreno, ma che sono insufficienti per garantire minime condizioni di sicurezza in vaste aree del Paese. (L.M.) – Ag. Fides