Quello della telefonia mobile in Africa è un settore che sembra non conoscere crisi. Secondo un rapporto della International Telecommunication Union, dal 2000 a oggi gli abbonamenti sono aumentati di quasi otto volte, raggiungendo circa 700 milioni. E ciò significa, in primo luogo, più semplici comunicazioni, ma anche un accesso semplificato ai servizi finanziari (se si pensa che nell’Africa subsahariana, meno del 20% delle famiglie ha accesso ai servizi finanziari formali).
Lo sviluppo è legato in larga parte a una crescente liberalizzazione del settore delle comunicazioni in molti Paesi africani. I principali fornitori globali di telecomunicazioni si sono così trovati a competere su un mercato con grandi prospettive. E, per espandere i loro marchi e strappare quote di mercato crescenti, non solo hanno ridotto progressivamente le tariffe, ma hanno anche stretto accordi con piccoli produttori di hardware per sviluppare dispositivi mobili più potenti ed economici (oggi in molti Paesi africani alcuni smartphone costano meno di 25 euro).
I Paesi con alti tassi di penetrazione sono Costa d’Avorio, Zimbabwe, Botswana, Ruanda e Sudafrica. In nazioni come Ghana, Nigeria, Tanzania la liberalizzazione ha portato ad avere anche cinque operatori locali. In Kenya, Uganda e Tanzania si stanno velocemente sviluppando i servizi bancari via cellulare.
Secondo la International Telecommunication Union, la più grande sfida dell’Africa subsahariana è di passare da un percorso di crescita economica basata sulle esportazioni di materie prime ad un percorso industriale e servizi più sostenibili. E la rivoluzione tecnologia mobile potrebbe supportare e sostenere questa diversificazione economica.