Continua la dura repressione del Governo etiope contro gli oromo. A denunciarlo è l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch secondo la quale Addis Abeba sta usando il pugno di ferro contro i movimenti di opposizione, ma anche contro chi semplicemnete protesta, accusandoli di avere legami con non meglio specificati gruppi terroristici.
Le manifestazioni sono iniziate nel mese di novembre a causa di un piano del Governo di rivedere i confini regionali. Ciò ha sollevato timori tra gli oromo che temono che le loro aziende agricole possano essere espropriate.
I ricercatori di Hrw non sono riusciti a quantificare il numero di vittime e degli arresti perché l’accesso alla regione è fortemente limitato. Attivisti etiopi però affermano che da novembre, sono state uccise almeno 200 persone. In un report pubblicato a gennaio, l’organizzazione statunitense aveva riferito di almeno 140 oppositori morti.
«Addis Abeba – ha detto Leslie Lefkow, vicedirettore dell’Africa di Human Rights Watch – ha inviato moltissimi agenti soffocando le proteste pacifiche da parte di studenti, agricoltori e dissidenti. Il Governo deve tenere a freno le forze di sicurezza e deve scarcerare chi detiene ingiustamente. Gli agenti che hanno usato una forza eccessiva vanno punti».
Hwr ha chiesto al Governo etiope di porre fine all’uso eccessivo della forza e di permettere un’indagine indipendente sulle uccisioni e altri abusi delle forze di sicurezza.