Zimbabwe, l’indigenizzazione delle imprese non funziona

di Enrico Casale

un agricoltore biancoIn Zimbabwe, la legge sull’«indigenizzazione» dell’economia non sta funzionando. Secondo quanto affermato dal Governo, ancora poche aziende hanno ceduto le loro partecipazioni di maggioranza a soci di colore. Un provedimento, questo, voluto dall’Esecutivo per «correggere gli squilibri» che il Paese ha ereditato dalla colonizzazione.

Secondo le autorità, a un mese dall’entrata in vigore del provvedimento, molte aziende non hanno ancora provveduto a mettersi in regola e stanno «semplicemente ignorando la legge». «Al settore manifatturiero è stato dato un margine di manovra per attuare gradualmente l’indigenizzazione – ha affermato Patrick Zhuwao, il ministro dell’Indigenizzazione -, ma la realtà è che alcune aziende ne stanno eludendo l’attuazione. Vi è una dilagante non conformità alle prerscrizioni di legge. Alcune aziende stanno semplicemente ignorando la legislazione.

Il ministero propone una penalità per il mancato rispetto: le aziende non adempienti dovrebbero pagare il 10% del reddito annuo lordo. Alle aziende che rispettano la normativa verranno invece garantiti sconti.

La legge è in vigore dal 2008 e lo Zimbabwe ha lottato per farla rispettare soprattutto nel comparto minerario. Essa si applica a tutte le società straniere con un capitale minimo di 500 dollari.

Gli imprenditori resistono soprattutto per evitare che l’ingresso forzato di persone di colore, ma non adeguatamente preparate, possa compromettere l’andamento delle loro aziende. I rischi di questa legge, che in teoria ha fondamenti motivati e corretti, è che si trasformi in un veicolo attraverso il quale la classe dirigente, legata al partito di potere, metta le mani sulle imprese più redditizie. L’esempio della fallimentare riforma agraria attuata all’inizio degli anni Duemila è un monito per tutti. Anche allora, partendo dalla sacrosanta necessità di redistribuire le terre (accettata anche dai farmer bianchi), si aprirono le porte alla violenza degli sgherri del regime e le terre, invece che agli agricoltori neri, finirono ai gerarchi di Mugabe.

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