Sudafrica – I vescovi: «Contratti per armi? Immorali, non irregolari»

di Enrico Casale
soldati sudafricani

“Si potevano spendere i fondi utilizzati per acquistare gli armamenti per comprare invece medicinali antiretrovirali” afferma Mons. Abel Gabuza, Vescovo di Kimberley e Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Southern African Catholic Bishops’ Conference (Sacbc), in un comunicato diffuso all’indomani della pubblicazione del rapporto della commissione d’inchiesta incaricata di verificare se ci siano state irregolarità nell’accordo del 1999 per l’acquisto di grandi quantità di armamenti da parte del governo del Sudafrica.
La commissione ha stabilito che non vi sono prove di frodi e di malversazioni nella stipulazione del contratto che avvenne al tempo della Presidenza di Thabo Mbeki. I Vescovi africani, attraverso Mons. Gabuza, affermano che indipendentemente dal fatto che vi sia stata corruzione o meno, l’accordo per l’acquisto massiccio di armamenti è in quanto tale “un errore etico madornale”.
“È importante ricordare – scrive Mons. Gabuza – che all’epoca nella quale il governo spendeva miliardi di rand nell’acquisto di armi, alla nostra popolazione veniva detto da quello stesso governo che non si poteva erogare denaro per acquistare farmaci antiretrovirali. Quindi continuiamo ad insistere che il contratto per gli armamenti fu un errore etico madornale”.
Il Presidente della Commissione Episcopale Giustizia e Pace afferma inoltre che dopo aver studiato “le argomentazioni tecniche usate dalla commissione Sereti per arrivare alle sue conclusioni, ripetiamo che in assenza di una chiara minaccia militare esterna al nostro Paese, è eticamente irresponsabile e inutile spendere miliardi delle nostre scarse risorse in armi, in un Paese che sta lottando per riprendersi dagli alti livelli di disoccupazione e d’estrema povertà”.
“La più grande minaccia alla nostra sicurezza nazionale sono le ineguaglianze economiche e la disoccupazione giovanile che da sole alimentano violente proteste sociali” ribadisce il Vescovo. “Ogni giorno vediamo proteste nei servizi pubblici e altre forme di contestazione che stanno progressivamente diventando violente. Le capacità di difesa che i militari hanno ottenuto attraverso l’accordo per l’approvvigionamento di armi nel 1999 sono irrilevanti di fronte a questa minaccia alla sicurezza” conclude Mons. Gabuza che invita pure il governo a sospendere l’accordo per l’acquisto di nuove centrali nucleari. (02/05/2016 Fonte: Fides)

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