Non solo affari, le Forze armate cinesi guardano all’Africa

di Enrico Casale
marinai cinesi

marinai cinesiLa Marina militare cinese sbarca in Africa. In questi giorni, navi da guerra di Pechino sono arrivate in Sudafrica dove condurranno esercitazioni militari congiunte con quelle del Sudafrica. Con questa iniziativa, la Cina si propone diversi obiettivi.

Il primo è che, una missione di questo tipo, sebbene non abbia intenti commerciali, è un modo per migliorare le relazioni tra i due Paesi. Il Sudafrica, insieme all’Angola e al Sudan, è tra i più attivi partner commerciali africani della Cina. Non bisogna nascondersi, poi, che il Sudafrica potrebbe rivelarsi un buon acquirente anche per i prodotti dell’industria bellica cinese, sempre a caccia di nuovi clienti.

Il secondo è legato alla sicurezza. Per la Cina è strategico stringere rapporti con una Marina, quella sudafricana, che opera su una rotta che è quella che passa davanti al Capo di Buona Speranza e può rivelarsi importantissima per i commerci tra Asia ed Europa nel caso di un blocco del Mar Rosso. Un blocco che si è paventato negli scorsi anni quando le acque dello Stretto di Aden erano infestate dai pirati somali.

Proprio per controllare lo Stretto di Aden, la Cina ha stretto un accordo con il piccolo Gibuti per costruire la sua prima base militare. Il campo di Tadjoura, proprio di fronte alla capitale Gibuti, ospiterà fino a 5500 militari e complessivamente 10mila uomini, fra soldati e civili. Potrà accogliere grandi navi da combattimento, avrà alloggiamenti sia per le forze di marina sia per quelle dell’esercito e sarà completata da una base aerea. Lo scopo principale, secondo il ministro della Difesa cinese, è la «lotta alla pirateria» e fornire una base a terra per i marinai costretti a lunghe missioni in mare con conseguenti «problemi psicologici».
Ma, ovviamente, potrebbe essere anche una base per possibili interventi in altre parti dell’Africa.

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