11/04/14 – Guinea Bissau – Al voto, in cerca di democrazia e sviluppo

di AFRICA

 

Camion carichi di militanti e bandiere di partito con la musica a tutto volume percorrono di continuo le strade in terra battuta di Bissau: lo dice alla MISNA padre Celso Corbioli, missionario degli Oblati di Maria immacolata, alla vigilia delle prime elezioni dopo l’ultimo golpe militare in questa ex colonia portoghese.

“C’è un clima disteso e la campagna elettorale è vivace – dice padre Celso – anche se in molti temono che un’eventuale vittoria di candidati sgraditi all’esercito possa creare nuovi problemi”. Domenica circa 776.000 persone potranno recarsi alle urne per rinnovare i 102 seggi del parlamento ed eleggere il nuovo presidente, ponendo fine alla “transizione” seguita al golpe dell’aprile 2012. I candidati alla massima carica dello Stato sono 13. A essere favoriti, però, sono in tre: José Mario Vaz, rappresentante del Partito africano per l’indipendenza di Guinea e Capo Verde (Paigc), l’ex movimento di liberazione anti-coloniale; Nuno Gomes Nabian, indipendente sostenuto dall’ex capo di Stato Kumba Yala, scomparso proprio la settimana scorsa; Paulo Gomes, già dirigente della Banca mondiale, pure non iscritto ad alcun partito.

Qualora nessuno dei candidati dovesse ottenere la maggioranza assoluta, sarebbe necessario un ballottaggio. L’elemento di maggiore incertezza, dicono alla MISNA da Bissau, riguarda però il comportamento delle Forze armate. Dal 1980 in poi l’esercito ha messo a segno ben cinque golpe. Interventi motivati, secondo molti osservatori, dalla volontà di tutelare il potere economico e i traffici illeciti dei militari. Primo tra tutti la droga, in transito dall’America Latina verso i mercati europei attraverso la Guinea Bissau e altre aree di instabilità dell’Africa occidentale. “Se il nuovo presidente decidesse di mettersi contro i militari – dicono alla MISNA – le cose potrebbero mettersi male”.

Di certo, l’instabilità politica non ha favorito il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. I circa un milione e 600.000 abitanti della Guinea Bissau dipendono per lo più da un’agricoltura di sussistenza. La produzione di maggior rilievo è l’anacardo. Un frutto noto anche come castagna di cajù, che vale il 90% delle esportazioni e impiega l’80% dei lavoratori del paese. – Misna

 

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