Ghali, nuovo leader del Polisario, in lotta contro Marocco e jihadisti

di Enrico Casale
Brahim Ghali

Sarà Brahim Ghali, 66 anni, a succedere a Mohamed Abdelaziz, morto un mese e mezzo fa, al vertice del Polisario, il movimento che dal 1973 lotta per l’indipendenza del Sahara occidentale. Era l’unico candidato alla successione ed è stato eletto nel fine settimana dal un congresso straordinario del partito saharawi.

donna saharawiGhali, uno dei leader storici del movimento, è un sostenitore della linea dura contro il Marocco che ha occupa il Sahara occidentale nel 1974 dopo il ritiro della Spagna. Ciò deriva anche dal suo passato militante. Ex ufficiale, è stato tra i capi che hanno lanciato e sostenuto la guerriglia contro l’esercito marocchino e quello della Mauritania. Da sempre si oppone a qualsiasi forma di autonomia all’interno del Marocco e propugna invece un’indipendenza piena del Paese.

Sebbene sia un uomo d’azione, la sua prima sfida sarà politica. Dovrà lavorare affinché la missione Minurso dell’Onu possa continuare a operare sul territorio e garantire, come previsto dagli accordi del 1991, l’organizzazione di un referendum di autodeterminazione del popolo saharawi.

Ghali però dovrà affrontare anche una dura sfida interna. A 25 anni dalla tregua e dopo la, per ora, mancata convocazione del referendum, molti giovani saharwi, nati nei campi profughi e che hanno studiato all’estero, vogliono giocare nuovamente l’opzione militare. Uomini e donne vorrebbero cioè riprendere le armi per combattere il Marocco e conquistare manu militari l’indipendenza. In contrasto con le vecchie generazioni di funzionari del Polisario che, arricchitisi nei campi profughi, non hanno più stimoli nel riprendere un’azione contro Rabat.

Sullo sfondo si profila anche il pericolo jihadista. Le formazioni fondamentaliste islamiche molto presenti nella regione saheliana si propongono ai giovani come un’alternativa al Polisario. E alcuni giovani iniziano ad abbandonare il Polisario attratti proprio dalle sirene del radicalismo.

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