Il gorilla dell’Africa orientale è in via di estinzione. A denunciarlo è l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). La popolazione di questo grande mammifero, simbolo dell’Africa insieme a elefanti, rinoceronti, leoni, si è ridotta a meno di cinquemila esemplari con un calo del 70% negli ultimi vent’anni.
Secondo gli esperti dell’Iucn, i principali nemici del gorilla, tanto cari alla zoologa statunitense Dian Fossey che per loro perse la vita, sono i bracconieri. Molti di essi, spesso spinti dalla miseria, cacciano senza regole (e con una violenza inaudita anche nei confronti dei ranger) i primati sia nella Repubblica Democratica del Congo sia nelle foreste pluviali dell’Uganda e del Ruanda. In Ruanda, la popolazione dei gorilla è calata drasticamente negli anni Novanta, quando le tensioni etniche tra hutu e tutsi e la conseguente instabilità politica hanno spalancato le porte alla caccia di frodo. Anche la progressiva antropizzazione del loro habitat sta togliendo spazio ai gorilla che si vedono sempre più costretti in aree limitate.
«Stiamo cancellando alcuni dei nostri parenti più stretti – ha detto il direttore generale della Iucn, parlando in una conferenza stampa a Honolulu -, il gorilla orientale che è il più grande primate vivente è in grave pericolo. La colpa è soprattutto dei bracconieri. Ciò significa che attualmente nel mondo quattro su sei specie di grandi scimmie sono in pericolo di estinzione e due sono in grave pericolo».
Il riferimento è all’orango del Borneo e all’ourangutan di Sumatra che, come il gorilla del Borneo, rischiano di sparire definitivamente.