Nel mondo, 130 milioni di giovani in età scolare sono esclusi dallo studio. Gran parte di loro vive in Africa, dove si registra il tasso di abbandono scolastico più alto. Ma dove non mancano nazioni virtuose che vanno controcorrente
“Studiare è fatica”, si dice. Ancor più vero in Africa, dove si deve spesso lottare contro ogni genere di avversità e dar prova di una tenacia non comune per portare a termine la carriera scolastica. Avete presente le foto di ragazzi intenti a studiare sotto i lampioni, per strada? La mancanza di energia elettrica nelle case del 60% della popolazione del continente è solo uno dei problemi. Molte famiglie non possono permettersi nemmeno di iscrivere il figlio: fra tasse e materiale scolastico il sacrificio economico assorbirebbe fino a un terzo del reddito familiare.
Poi, gli inconvenienti cronici: insegnanti con preparazione e stipendi inadeguati, libri insufficienti, aule sovraffollate, scuole fatiscenti. Non sorprende che il tasso di abbandono scolastico a sud del Sahara sia il più elevato in assoluto. Secondo l’Unesco, 64 milioni di bambini nel mondo (soprattutto bambine!) dai 6 agli 11 anni non hanno frequentato la scuola nel 2015: la metà vive in Africa. Altri 66 milioni di adolescenti sono stati costretti a restare lontano dai banchi.
Divario pauroso
Nel mondo sono 130 milioni i giovani esclusi dallo studio. L’Unesco stima in 40 miliardi di dollari l’investimento necessario per includerli nel sistema scolastico e non condannarli a un futuro di marginalizzazione. «Differenze nell’istruzione oggi diverranno disuguaglianze di opportunità, di reddito, di ricchezza e potere domani», ammonisce l’ong Save the Children, che argomenta: «In Africa, solo la metà dei bambini raggiunge la formazione scolastica di base. In Sudafrica, benché il 98% dei bambini sia iscritto alla primaria, solo il 71% di loro sa leggere. In Malawi, oltre l’80% dei bambini va a scuola, ma solo il 30% ha imparato l’aritmetica. In alcuni Paesi africani, il 40% dei giovani sono analfabeti anche dopo cinque anni di scuola».
Save the Children osserva come gli scolari provenienti da famiglie benestanti abbiano il doppio delle competenze di base, in lettura e matematica, rispetto ai più poveri. In Nigeria e Sudafrica, solo il 28% dei bambini provenienti dagli ambienti più sfavoriti completano il ciclo delle elementari, contro il 90% dei più abbienti.
Non mancano però le buone notizie. In Tanzania, le iscrizioni alla scuola primaria sono passate dal 49% al 98% in soli dieci anni. L’Etiopia ha raggiunto un tasso di scolarizzazione del 96%: quattro volte più che nel 1991. E la Namibia è riuscita a dimezzare in sette anni la percentuale di ragazzi che non erano in grado di leggere un testo elementare (dal 43% al 19%).
Matthew Taylor