Le forze di sicurezza nigeriane avrebbero ucciso almeno 150 manifestanti pro Biafra dal 2015 a oggi. La denuncia arriva da un rapporto di Amnesty International che accusa il Governo di Abuja di aver permesso a polizia e forze armate di utilizzare «la mano pesante» contro i sostenitori dell’indipendenza della regione Sudorientale della Nigeria. Il rapporto si basa su interviste a quasi 200 persone ed è corredato da più di 100 fotografie e 87 video. La polizia e l’esercito, da parte loro, respingono al mittente le accuse. Le forze armate, in particolare, accusano l’organizzazione che si batte da anni per i diritti umani, di voler infangare la reputazione delle forze armate.
I responsabili di Amnesty però insistono: «Le forze dell’ordine hanno tenuto in questi ultimi mesi un atteggiamento sconsiderato. La politica del “grilletto facile” ha causato almeno 150 morti e, temiamo, che il numero dei morti possa anche essere superiore». Il caso più grave si sarebbe verificato nel maggio di quest’anno quando, in occasione del Giorno della memoria della guerra in Biafra, gli agenti nigeriani avrebbero compiuto una sessantina di «esecuzioni extragiudiziali». Ma nelle pagine del rapporto si raccontano anche alcuni casi personali. Come quello di un uomo che per fuggire alle violenze si era nascosto, ma quando i poliziotti lo hanno trovato lo hanno coperto di acido. Le gravissime ustioni lo hanno poi portato alla morte. Una donna ha raccontato che mentre telefonava al marito quest’ultimo è stato freddato dai militari. Lei ha sentito i colpi. Il corpo dell’uomo è stato trovato in obitorio con due ferite mortali al petto.
Negli anni Sessanta, la regione era stata protagonista di una secessione che portò a una guerra contro il Governo centrale (1967-1970). Per anni poi le rivendicazioni di indipendenza delle popolazioni del Biafra sono cadute nel dimenticatoio. Da alcuni mesi sono però emerse nuove istanze che hanno portato a manifestazioni e rivendicazioni di autonomia. Sempre duramente represse anche se, secondo Amnesty, le proteste pro-Biafra sono sempre state pacifiche tranne alcuni episodi marginali di lanci di pietre e alcuni spari. «Indipendentemente da ciò – osservano i responsabili dell’organizzazione -, questi atti di violenza e disordine non giustificavano il livello di forza usata contro i manifestanti».