Costa d’Avorio, l’ammutinamento dei militari è rientrato

di Enrico Casale
rivolta militari in Costa d'Avorio
rivolta militari in Costa d'Avorio

Rivolta militari in Costa d’Avorio

In Costa d’Avorio, la situazione sembra essere tornata alla calma. L’ammutinamento di migliaia di militari, scoppiato due giorni fa a Bouake e diffusosi all’intero Paese, sembra rientrato. I soldati reclamavano il pagamento di un bonus di almeno 5 milioni di franchi Cfa (circa ottomila euro) ciascuno. Una somma ingente se moltiplicata per più di 8.000 soldati. Sabato il Governo ha raggiunto un accordo con i militari per porre fine alla rivolta. Non si sa se siano o meno state accolte tutte le richieste dei soldati, ma la calma è tornata.

«Abbiamo eliminato tutti i posti di blocco e siamo rientrati in caserma – ha dichiarato all’agenzia Reuters il sergente Mamadou Kone Reuters -. L’ammutinamento è finito». Il Presidente Alassane Ouattara, che pure ha favorito l’intesa, ha criticato il modo di agire dei militari. A suo parere sono inaccettabili manifestazioni di questo tipo e non può essere tollerato il fatto che il ministro della Difesa, Alain-Richard Donwahi, sia stato costretto a rimanere barricato per proteggersi dai colpi sparati contro la sua abitazione da un gruppo di soldati.

Militari ivoriani

Militari ivoriani

La Costa d’Avorio, Paese francofono, è la maggiore economia dell’Africa occidentale. Emersa da una profonda crisi politico-militare durata nove anni (2002-2011), le sue forze armate sono composte da militari e da ex ribelli. L’attuale rivolta, innescata da ex miliziani ribelli, integrati nelle forze armate, arriva due anni dopo un sollevamento identico che si è concluso quando il Governo ha offerto agli ammutinati un’amnistia e un accordo finanziario.

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