Coppa d’Africa, trionfo del Camerun. Nonostante tutto

di Enrico Casale
I Leoni indomabili del Camerun esultano per la vittoria in Coppa d'Africa

di Marco Lucchetti
Il Camerun ha vinto la trentunesima edizione della Coppa d’Africa. Dopo un’ entusiasmante finale con l’Egitto, che a dire il vero si era messa male, i Leoni indomabili hanno potuto, finalmente e con merito, alzare al cielo il trofeo dopo quindici anni.

L’incontro non era cominciato benissimo: alla fine del primo tempo infatti gli egiziani erano in vantaggio per 1-0 mentre i ragazzi di Hugo Broos stentavano a trovare la via della porta avversaria. Nella ripresa è cambiato tutto: due gol che hanno ribaltato l’esito dell’incontro, il secondo bellissimo e a tempo quasi scaduto, che ha fatto esplodere la gioia del popolo camerunense.

Gli egiziani Salah ed El Said

Gli egiziani Salah ed El Said

Una finale che è stata l’esatta fotocopia del torneo che abbiamo visto, incerto ed equilibrato fino all’ultimo, fatto di lotta, sudore, tatticismo e prodezze. L’eroe della finale è il centravanti Aboubakar che, da stella della squadra si era presentato a questo torneo… in sordina, perdendo quasi il posto da titolare. Ma al momento del fischio finale è andato subito ad abbracciare il suo allenatore indicandolo più volte di fronte alle telecamere come a dire: «È lui che ci ha fatto vincere!».

Niente da fare invece per il mister degli egiziani Hector Cuper: almeno per il momento gli resta addosso l’etichetta di eterno secondo, forse immeritata dato il bel lavoro che comunque ha sempre fatto in ognuna delle sue squadre. Il Camerun ha vinto la sua quinta Coppa, posizionandosi da solo al secondo posto dietro l’Egitto, che resta così a sette.

È un messaggio chiaro quello che mandano i leoni al calcio africano: si può vincere anche e soprattutto nelle difficoltà. Non dimentichiamo infatti che alla vigilia, otto giocatori camerunensi avevano dichiarato forfait, quasi decimando la squadra ed escludendola apparentemente dal lotto delle favorite. Chissà cosa staranno pensando adesso quei calciatori, che potevano essere eroi del proprio popolo e che invece si ritrovano esclusi da questa festa.

Hector Cuper

Per il coach dell’Egitto, Hector Cuper, l’ennesimo secondo posto

Quell’evento, che avrebbe messo in ginocchio qualunque nazionale, in realtà, ha finito per giovare alla squadra, intanto perché ha escluso dal gruppo gente demotivata, ma soprattutto a livello psicologico potrebbe essere scattato il seguente pensiero nella mente dei sostituti: possiamo giocare in tutta serenità, se qualcosa va male, in patria se la prenderanno con quegli otto e non con noi! Tutto è bene quel che finisce bene dunque, ma va fatto un applauso anche agli sconfitti: El Hadary, Salah e compagni escono a testa altissima, dopo aver riportato l’Egitto ai vertici del calcio africano dopo anni di buio.

Infine il Gabon: nonostante le tensioni post-elettorali, le minacce e le paure che potesse accadere qualcosa durante la Coppa,tutto è filato liscio e il Paese centrafricano ha onorato pienamente l’impegno che aveva preso.

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