Le elezioni in Sud Sudan programmate per l’anno prossimo non avranno luogo e il voto sarà probabilmente rinviato di due o tre anni. Lo ha fatto sapere il governo del Paese africano sul proprio profilo di Twitter, spiegando che le elezioni saranno posticipate in modo da permettere alle autorità di occuparsi della questione di riconciliazione tra i cittadini. La crisi politica in Sud Sudan era iniziata a dicembre scorso, quando il presidente Salva Kiir, membro dell’etnia Dinka, aveva accusato il suo ex vice Riek Machar, del gruppo etnico Nuer, di aver cercato di rovesciare il governo; successivamente il Paese è sprofondato in violenze a sfondo etnico in cui hanno perso la vita migliaia di persone. Venerdì i due leader si sono incontrati in Etiopia e hanno firmato un accordo di pace, ma nel fine settimana ci sono stati altri attacchi e le due parti si sono accusate a vicenda di aver violato le condizioni del cessate il fuoco.
L’annuncio del governo sul rinvio delle elezioni non sarà probabilmente accolto con favore né da Machar né dai partner internazionali di Juba, tra cui gli Stati Uniti. Negli ultimi mesi oltre 1,3 milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case a causa degli scontri e le agenzie umanitarie avvertono che il Paese è a rischio di carestia, visto che soltanto pochi abitanti riescono a coltivare i propri campi.
La Costituzione ad interim del Paese prevede che le elezioni si tengano nel 2015, anche se Kiir aveva suggerito precedentemente che il voto potrebbe essere rinviato, facendo nascere preoccupazioni tra gli esponenti dell’opposizione secondo cui il presidente sta cercando di estendere il proprio mandato. Finora in Sud Sudan non ci sono state elezioni nazionali. A gennaio del 2011 nel territorio venne tenuto un referendum sulla separazione dal Sudan, approvato con oltre il 98% dei voti. Kiir, che all’epoca era il leader della regione, era diventato presidente dopo la separazione. – LaPresse/AP
