“Da ormai 20 anni il parco del Virunga è al centro di interessi politici, strategici ed economici che mettono a rischio l’ambiente e le popolazioni rivierasche. Dopo i minerali – coltan al primo posto – in futuro anche il petrolio potrebbe rappresentare una maledizione”: a denunciarlo alla MISNA è Norbert Mushenzi, vice-direttore dell’Istituto congolese per la conservazione della natura (Iccn), un ente pubblico incaricato della tutela dei parchi nazionali in Congo, tra cui quello del Virunga, situato in Nord Kivu, provincia dell’est al confine con il Rwanda e l’Uganda.
“Per volontà stessa del governo al blocco 5 sono in corso esplorazioni sismiche affidate alla società Soco per valutare quantità e qualità del petrolio. Dal nostro punto di vista nessuna attività petrolifera può essere compatibile con la tutela dell’ambiente e la sopravvivenza delle popolazioni rivierasche che finora non sono state interpellate” aggiunge Mushenzi, attualmente direttore ad interim del parco dopo l’aggressione ai danni del direttore Emmanuel de Mérode, gravemente ferito e convalescente in Kenya.
“La situazione è molto complessa e noi, difensori dell’ambiente, risultiamo certamente scomodi in questo momento. Lo stesso Emmanuel ha rischiato la vita in quello che sembra un tentato omicidio più che un atto di intimidazione” deplora l’interlocutore della MISNA, precisando che il belga quarantatreenne è stato raggiunto da due proiettili esplosi da non meglio identificati uomini il 15 aprile nei pressi di Rumangabo.
“Il nodo del problema è semplice: puntare sul petrolio, con conseguenze socio-economiche incerte, o valorizzare questo immenso potenziale ambientale per sviluppare il turismo e tutelare i locali, in particolare i pescatori” sottolinea Mushenzi. Il ministero dell’Ambiente e l’ong internazionale Okapi stanno raccogliendo elementi utili per valutare qualità e quantità dei presunti giacimenti nel Virunga e, in seconda battuta, l’impatto ambientale di un futuro sfruttamento.
“Aspettiamo con ansia la pubblicazione di tale documento con la speranza che Kinshasa prenda la decisione giusta. Ne abbiamo già viste tante nel parco: dalle incursioni dei ruandesi nel 1996 alla ribellione congolese del Movimento del 23 marzo che ha stabilito qui le sue basi nel 2012 per non parlare dei bracconieri – racconta ancora il vice-direttore del Virunga -. Per fortuna siamo sostenuti e collaboriamo con tante organizzazioni della società civile e ambientaliste congolesi e internazionali”.
Ad aver ricevuto minacce di morte nelle ultime ore nel capoluogo regionale di Goma sono stati due operatori del Fondo mondiale per l’ambiente (Wwf), apertamente contrario ai progetti petroliferi nel parco patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Il Virunga, che copre una superficie di 7800 chilometri quadrati, è il parco più antico dell’Africa, fondato nel 1925 quando il Congo era una colonia del Belgio col nome di Parco Alberto. E’ famoso soprattutto per i suoi gorilla di montagna. – Misna