«Mi aspetto un maggiore coinvolgimento della diaspora somala mentre sarebbe auspicabile un migliore coordinamento e un approccio unitario della comunità internazionale», dice Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, commentando l’avvio a Londra della Conferenza internazionale sulla Somalia. «Ho l’impressione che i diversi attori internazionali sulle questioni somale vadano ciascuno per conto proprio o che abbiano una loro agenda, invece di mettere al centro della loro azione la rinascita dello Stato somalo. Comunque mi aspetto un sostegno al nuovo Presidente Mohamed Abduhalli Mohamed e al nuovo governo entrati in carica da pochi mesi», dice Mons. Bertin.
La situazione della popolazione somala è drammatica a causa della siccità che ha colpito l’intero Corno d’Africa. Sono sei milioni i somali che sono a rischio fame, la cui sopravvivenza dipende dagli aiuti internazionali. «Proprio su questo mi aspetto un maggiore coinvolgimento della diaspora somala – spiega Mons. Bertin -. I somali espatriati hanno la possibilità di raggiungere in modo efficace e urgente i loro referenti rimasti nelle diverse aree del Paese».
Tra l’altro la diaspora ha maggiori possibilità di far giungere denaro in patria grazie ai canali tradizionali dell’Hawala, mentre chi ricorre ai circuiti bancaria internazionali deve far fronte a lunghi controlli antiterrorismo. «Io stesso – riferisce Mons. Bertin – mi trovo in difficoltà a trasferire fondi in Somalia. Ad esempio, a marzo avevo richiesto un trasferimento di 20mila euro per la distribuzione urgente di viveri per la popolazione colpita dalla carestia nel Nord del Paese. Dopo lunghe trafile burocratiche sono finalmente arrivati ora. Forse anche questo genere di ostacoli dovrebbero essere affrontati a Londra», conclude il Vescovo.
(12/05/2017 Fonte: News.va)
Somalia/2 – Conferenza di Londra, mons. Bertin: «La diaspora partecipi alla ricostruzione»
2,5K