Press Freedom Award a un giornalista camerunese in carcere

di Enrico Casale
ahmed abba

Ad Ahmed Abba è stato assegnato l’International Press Freedom Award 2017. Il premio è assegnato ai giornalisti che dimostrano particolare coraggio nel difendere la libertà di stampa, nonostante abbiano ricevuto attacchi personali, minacce o siano stati imprigionati.

Ahmed Abba, l’unico africano ad aver ricevuto il riconoscimento quest’anno, lavora al servizio in lingua hausa di Radio France Internationale ed è stato condannato a 10 anni di carcere da un tribunale militare camerunese. Le accuse: «non aver denunciato atti terroristici» e «aver riciclato i proventi derivati da atti terroristici». In realtà, a dare fastidio alle autorità è il fatto che Abba ha raccontato molti retroscena della durissima guerra che si sta combattendo contro i fondamentalisti di Boko Haram.

Arrestato il 30 luglio 2015 a Maroua, capitale della regione del Far North, gli è stato imputato di aver collaborato con Boko Haram e di non aver comunicato alle autorità informazioni sensibili. Una volta in carcere, per tre mesi è stato brutalmente torturato dalle forze dell’ordine del Camerun, prima di essere trasferito nella capitale Yaoundé dove è stato detenuto per oltre 600 giorni senza processo. È stato infine condannato nell’aprile 2017 per tutte le accuse, ma è stato assolto da quella di «propaganda di atti terroristici».

Il processo, che si è tenuto davanti a una corte militare, è stato giudicato da Amnesty International come «ingiusto». Inizialmente avrebbe dovuto scontare cinque anni di prigione, ma ne dovrà fare dieci perché si è rifiutato di pagare 90mila euro di multa. Tuttavia, ha scampato la pena di morte che il Camerun ha adottato nella sua legge contro il terrorismo del dicembre 2014.

«I giornalisti di tutto il mondo affrontano crescenti minacce e pressioni – Joel Simon, direttore esecutivo del Committee to Protect Journalists (Cpj), l’organizzazione che promuove il Premio -. Quelli che onoriamo sono i più coraggiosi e impegnati. Essi sono un esempio per tutti i giornalisti».

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