La magistratura burkinabé ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di François Compaoré. Secondo la stampa di Ouaga, il ratello minore dell’ex presidente del Burkina Faso è coinvolto nell’omicidio del famoso giornalista Norbert Zongo. Il provvedimento sarebbe stato emesso già a maggio, ma solo ora è stato reso pubblico.
L’omicidio di Zongo è una storia oscura nella quale, fin da subito, si è capito che erano coinvolti alti papaveri del regime di Compaoré. Una storia nella quale si sono sprecati i depistaggi e le coperture che hanno allontanato la ricerca della verità. Nel dicembre 1998, Norbert Zongo e tre compagni sono stati trovati crivellati di proiettili nel loro veicolo al quale è stato poi dato fuoco.
Il fondatore giornalista, fondatore di un settimanale indipendente molto critico nei confronti del potere, stava allora indagando sulla reclusione «arbitraria» e sulla morte di David Ouédraogo, ex autista del personale François Compaoré, accusato di furto da Salah Compaoré, la moglie di quest’ultimo. La morte di Ouédraogo e quella successiva di Zongo hanno destato grande clamore nel Paese. Tanto che il regime è stato costretto a dar vita a una commissione di inchiesta indipendente.
Tuttavia, la commissione non è arrivata a nulla di concreto. Una persona è stata accusata dell’omicidio del giornalista, seguita poi da un non-luogo a procedere nel 2006, dopo il ritiro di uno dei testimoni. Le indagini sono così state chiuse. Anche se lo stesso anno, Reporters sans frontières ha denunciato che l’indagine è piena di elementi schiaccianti per François Compaoré.
Con l’avvento al potere del regime di Kaboré nel mese di novembre 2015 e le continue pressioni da parte della società civile, il caso è stato riaperto. Il problema è a François Compaoré, come suo fratello Blaise, è stata concessa la nazionalità ivoriana. Difficilmente i giudici della Costa d’Avorio lo estraderanno in Burkina Faso.