Macron visita lampo in Algeria: «Superiamo il passato, costruiamo il futuro»

di Enrico Casale
Emmanuel Macron

di Enrico Casale
Alle spalle c’è una storia dolorosa che condividiamo, ma dobbiamo guardare avanti per costruire nuove relazioni politiche ed economiche. È questo i senso dell’intervento del presidente francese Emmanuel Macron in Algeria dove si è recato ieri, mercoledì 6 dicembre, per una visita lampo. «Conosciamo la storia- ha detto Macron – ma, allo stesso tempo, non vogliamo essere ostaggio del passato. La memoria condivisa deve essere presa in considerazione. Ma desidero d’ora in poi guardare al futuro».

Tra Francia e Algeria i rapporti non sono mai stati normali. I 130 anni di colonizzazione (1830-1062) e una lunga guerra di indipendenza (1954-1962) hanno lasciato un senso di diffidenza reciproca. Macron, che è nato dopo l’indipendenza algerina, fin dalla campagna elettorale ha fatto capire di voler aprire un nuovo capitolo. Durante un viaggio ad Algeri nel corso della sua campagna elettorale, Emmanuel Macron ha descritto la colonizzazione come un «crimine contro l’umanità», provocando un putiferio in Francia, particolarmente alla destra e all’estrema destra dello spettro politico. A dimostrare che le ferite sono profonde e ancora aperte.

Da parte sua, l’Algeria è un gigante dai piedi di argilla. La sua economia dipende ancora in gran parte dagli idrocarburi e il bilancio nazionale oscilla ogni volta che i prezzi di petrolio e gas vanno su o giù. Politicamente è caratterizzata dal lungo potere dell’Fnl che, pur avendo garantito la stabilità, ne ha ingessato le dinamiche e il dibattito interno. Abdelaziz Bouteflika, 80 anni,è un presidente dimezzato. Indebolito dalle conseguenze di un ictus nel 2013 che ha colpito la sua mobilità e il suo discorso, il presidente Bouteflika, che è al potere dal 1999, vive rinchiuso nella sua casa di riposo a Zeralda, un sobborgo di Algeri. Riceve pochi stranieri e, si dice, sia molto influenzato dal suo entourage.

Nella sua visita di ieri, Macron però ha insistito. «Torno allo spirito di un amico algerino – ha detto -, un partner costruttivo che vuole rafforzare i nostri legami per rendere fruttuosa una relazione già densa». Attualmente la Francia è ancora il più grande datore di lavoro straniero in Algeria, ma sta gradualmente perdendo terreno soprattutto nei confronti della Cina. «L’Algeria deve aprirsi di più – ha continuato -. Ci sono ancora molti ostacoli agli investimenti nonostante le molte promettenti aree di cooperazione tra i due Paesi in campo economico».

Ma l’economia non è l’unico punto di incontro. La Francia sta cercando di riannodare i fili di antiche alleanze in un’area vicina all’Europa e particolarmente instabile. Basti ricordare la crisi della Libia, del Mali, le infiltrazioni terroristiche e i traffici illeciti di droga, sigarette e migranti che attraversano il Sahel. «Mi aspetto una piena collaborazione da parte di tutti coloro che condividono l’obiettivo di una pace duratura nella regione – ha affermato Macron -. E infatti mi aspetto molto dall’Algeria».

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