Tutto è iniziato con un Erasmus in Francia. Chiara Barison, allora studentessa di sociologia a Padova, fa amicizia con alcuni compagni di corso senegalesi che la invitano a trascorrere le vacanze nella loro patria. Nessun “mal d’Africa”, piuttosto la presa di coscienza di un contesto moderno, ricco di opportunità e fortemente legato al Belpaese.
Dopo una tesi sulla migrazione senegalese in Italia e il dottorato di ricerca in Sociologia, sette anni fa Chiara decide di trasferirsi a Dakar. All’inizio insegna in diverse università private, poi apre un blog sulla sua esperienza di straniera in Africa. Il suo lavoro non passa inosservato e Tfm, la stazione tivù del celebre cantante senegalese Youssou N’Dour, la invita a condurre una trasmissione di cultura e società con un’attenzione particolare alle dinamiche migratorie.
«Quando dico che vivo in Senegal, la gente si sorprende. Nell’immaginario comune, un bianco vive in Africa solo come expat. Con un lavoro prestigioso, tipo ambasciata o multinazionale. Oppure fa il volontario». Eppure la schiera di chi sceglie di trasferirsi è sempre più vasta. Favorito dalla pace e dal clima mite, il Paese ospita ben 84 nazionalità differenti, tra cui oltre duemila italiani. Chiara è attenta a smontare pregiudizi.
«Questo è un contesto in crescita dove è possibile realizzarsi. Ma bisogna stare attenti a non restare intrappolati in un “razzismo inconscio” per cui si crede che, in quanto occidentali, tutto sarà semplice. Nell’Africa di oggi, per fortuna, professionalità e la qualità contano più del colore della pelle». «Vivere qui – soggiunge – mi ha reso cosciente della mia diversità. Mi ha insegnato la pazienza. Capisco sempre più i senegalesi che hanno vissuto in Italia, la loro nostalgia, le difficoltà, l’attaccamento alla terra d’origine. Se mi sento fiera di essere italiana, l’ho scoperto grazie alla mia esperienza senegalese».
Sito web: gfm.sn
Blog personale: blog.libero.it/Dakarlicious
(Martino Ghielmi – vadoinafrica.com)
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