Mar Rosso, cresce la tensione. Si va verso una guerra regionale?

di Enrico Casale
Militari egiziani nel Sinai

Cresce la tensione nel Mar Rosso. I punti di scontro sono diversi e coinvolgono i principali attori regionali: Egitto, Sudan, Eritrea, Etiopia e Turchia.

Le frizioni covavano da tempo, ma sono emerse il mese scorso con la visita in Sudan del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nell’occasione i due Paesi hanno creato una cabina di regia comune per dibattere e affrontare le crisi internazionali e hanno siglato un accordo militare. In base a questa intesa, Khartoum ha concesso ad Ankara la possibilità di creare una base militare sull’isola di Suakin nel Mar Rosso. Ciò ha irritato l’Egitto e l’Arabia Saudita, Paesi tradizionali nemici della Fratellanza musulmana e quindi assai freddi nei confronti di Erdogan (che è considerato il leader politico di riferimento della Fratellanza). Il quotidiano saudita al-Okaz ha aperto un’edizione con il titolo: «Khartoum consegna Suakin ad Ankara… il Sudan in mani turche».

Accuse smentite da parte turca. Serdar Cam, capo dell’Agenzia turca per la cooperazione e il coordinamento internazionale, ha dichiarato all’emittente Al Jazeera che la Turchia sta solo creando le infrastrutture di base delle quali il Sudan ha bisogno e che «Suakin appartiene al Sudan e a nessun altro».

La dichiarazione non è bastata a stemperare le tensioni. L’Egitto ha risposto inviando centinaia di soldati in Eritrea in una base gestita degli Emirati arabi uniti al confine con il Sudan. E, in tutta risposta, Khartoum ha risposto richiamando l’ambasciatore al Cairo e chiudendo il confine con l’Eritrea dove ha schierato migliaia di soldati.

L’invio di soldati egiziani in Eritrea vuole però essere anche un avvertimento all’Etiopia. Da tempo, tra Egitto ed Etiopia i rapporti sono tesi. Pomo della discordia è il progetto della Grande diga del rinascimento, il grande sbarramento in costruzione sul Nilo azzurro. Il Cairo teme che la diga possa ridurre l’acqua a sua disposizione e, di conseguenza, possa mettere in forse lo sviluppo del Paese.

Ma non è un neppure caso che il Cairo abbia inviato truppe proprio in Eritrea, tradizionale nemico dell’Etiopia. Dal 2000, quando è terminata la guerra di tre anni tra Asmara e Addis Abeba, i rapporti tra Eritrea ed Etiopia sono tesi. Incidenti di frontiera si sono ripetuti nel tempo. Ora si teme che un incidente possa trasformarsi in guerra aperta con Eritrea ed Egitto da una parte, contro Etiopia e Sudan, sostenuti dalla Turchia, dall’altra.

Il rischio che la regione possa prendere fuoco non è mai stato così reale.

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