Il Sud Sudan non è un paese per bambini

di AFRICA
Il Sud Sudan non è un paese per bambini

L’Unicef ha diffuso l’ultimo rapporto sullo stato dei bambini in Sud Sudan, paese in guerra civile da tre anni. I dati sono impressionanti e dimostrano che sempre i bambini sono sempre più le vittime dei conflitti e delle crisi. Nelle guerre del secolo scorso morivano in prevalenza i soldati. Oggi muoiono soprattutto civili e tra questi i bambini rappresentano una parte importante.

Ecco i dati: oltre 250mila bambini colpiti da malnutrizione grave, due milioni e mezzo costretti a fuggire dalle loro case, quasi ventimila reclutati per combattere, una scuola su tre è stata danneggiata, distrutta, occupata o chiusa, oltre milleduecento casi documentati di violenza sessuale. Il rapporto conclude con un altro dato allarmante: il Sud Sudan è il luogo più pericoloso del mondo per gli operatori umanitari che, tra le altre cose, si occupano di assistenza e protezione dei bambini. Nel 2017 ne sono stati uccisi ben 28.

A corredo di questi numeri non si può non sottolineare il fatto che la guerra in Sud Sudan, scoppiata nel dicembre del 2013 a soli due anni dall’indipendenza del sud dal nord, non sembra avere piani credibili per avviare un negoziato che faccia cessare il conflitto o che almeno raggiunga un cessate il fuoco per avviare trattative in una situazione di non-guerra.

Insomma sembra proprio che per il Sud Sudan non ci siano speranze. E’ il posto più pericoloso del mondo ed è condannato a restarlo anche perché i bambini, in teoria, rappresentano comunque il futuro, la nuova generazione che può cambiare le cose e portare speranza. Ma se i bambini escono da esperienze come queste, in cui la guerra e la violenza sono state le uniche protagoniste, non saranno certo portatori di speranza.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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