“Gli Stati Uniti hanno il miglior presidente di tutti i tempi”. Yoweri Museveni, presidente dell’Uganda, non prova alcun risentimento nei confronti di Donald Trump per la definizione ‘shithole countries‘ riservata dal presidente americano anche ad alcune nazioni africane.
“Trump mi piace moltissimo, mi piace perché parla agli africani con franchezza”, ha detto Museweni in un discorso davanti al parlamento, ribadendo concetti espressi a margine dell’Assemblea legislativa dell’Africa Orientale. “Trump ha detto che gli africani devono risolvere i propri problemi, che devono essere forti. Non si può sopravvivere se si è deboli. Ed è colpa degli africani se sono deboli”, ha affermato ancora. “L’Africa – ha evidenziato – è 12 volte più grande dell’India, è ricca di risorse e ha una popolazione in costante aumento. Perché non possiamo creare un’Africa forte?”.
Fin qui la notizia. O, meglio, le dichiarazioni. Non è la prima volta che Museveni va controcorrente. Negli anni ottanta, in piena epidemia di Aids, Museweni, da poco al potere, fu l’unico presidente africano a rendere pubblici i dati drammatici di diffusione della malattia. Lo fece mentre altri paesi africani cercavano di nasconderli e di attenuarli. Lo fece, oggi lo si può dire, per ottenere la maggior quota possibile di denaro che il mondo stanziava per contenere l’epidemia. Oggi, perchè va controcorrente?
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)