«Al mio arrivo in Italia sapevo solo dire ciao». Serge Noudem ha 27 anni quando lascia Nzong, piccolo villaggio bamiléké del Camerun. È il 1999 e per cercare fortuna sono sufficienti un volo e un visto turistico. Serge ha molta voglia di lavorare e si adatta a tutto. Volantinaggio, assistenza sanitaria, poi entra in Whirpool dove, dopo la gavetta da operaio, viene notato dalla direzione e diventa impiegato. «Sono espatriato per acquisire competenze e relazioni da mettere a servizio della mia terra di origine. Per questo ho sempre trascorso le ferie in Camerun: per capire cosa avrei potuto fare un giorno come imprenditore». osserva Serge, nelle cui vene scorre sangue blu. Suo padre è infatti il fo (capo) di Nzong. Presso i Bamiléké il potere non si tramanda per semplice primogenitura, ma in seguito a esplicita scelta del padre. I figli non conoscono la decisione fino a quando, alla morte del padre, non verrà loro comunicata dagli anziani.
È così che nel 2010 Serge scopre di essere stato nominato capo. Una responsabilità, ma non una rendita finanziaria. Rimane quindi in Italia, moltiplicando gli sforzi per la sua gente. Grazie alla generosità di amici tra Luino e Lugano, il suo villaggio viene servito di acqua potabile. Nasce quindi Uni2grow, associazione che finanzia borse di studio universitarie e che controlla Uni2grow Camerun, la prima azienda di sviluppo software della regione. Ottenuta la cittadinanza italiana, nel 2014 Serge si trasferisce stabilmente in Camerun per guidare la società, che impiega 5 informatici locali e un’ampia rete di collaboratori. «Sviluppiamo software per aziende svizzere e italiane. Anche qui ci sarebbe molto da fare, ma tanti non amano l’informatica perché significherebbe uscire dall’ombra e pagare le tasse!», evidenzia Serge. Sempre impegnato sui fronti caldi di educazione e sanità, il sogno di fo Serge è trovare altri imprenditori interessati a investire responsabilmente in Camerun.
(Martino Ghielmi – vadoinafrica.com)