Africa – Area libero scambio, a non tutti piace

di Enrico Casale
cfta

Ieri, 21 marzo 2018 è stata una giornata storica per l’Africa. I rappresentanti di 44 Paesi africani hanno firmato l’accordo per la creazione della zona di libero scambio continentale (Cfta) che, una volta ratificato da almeno 22 parlamenti nazionali, porterà alla creazione in Africa della più grande area di libero scambio dopo l’istituzione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc).

La storica intesa è stata siglata nel corso del decimo vertice straordinario dell’Unione africana (Ua) che si è tenuto a Kigali, in Ruanda, e al quale hanno partecipato capi di Stato e di governo dei Paesi membri.

Sebbene il consenso all’accordo sia stato ampio, non tutti i Paesi hanno firmato. Sono rimaste fuori le due economie più grandi del continente: Nigeria e Sudafrica. Ma hanno fatto un passo indietro anche Botswana, Lesotho, Namibia, Zambia, Burundi, Eritrea, Benin, Sierra Leone e Guinea Bissau.

«Alcuni Paesi hanno delle riserve e non hanno concluso le consultazioni a livello nazionale – ha detto il Commissario Ua per il Commercio e l’industria, Albert Muchanga – ma avremo un altro summit in Mauritania a luglio dove ci aspettiamo che firmino i paesi che hanno riserve».

Oltre all’accordo per il lancio della Cfta, che nella sua prima fase prevede la rimozione delle tariffe sul 90 per cento delle merci scambiate a livello continentale, 27 paesi hanno firmato anche il protocollo per il libero movimento delle persone.

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