Nella mattinata di ieri la capitale malgascia Antananarivo è stata teatro di violenze tra le forze di polizia e migliaia di manifestanti dell’opposizione che protestavano contro le nuove leggi elettorali. Un primo bilancio parlava di una vittima e 16 feriti, ma secondo fonti della Rfi le vittime sarebbero almeno tre, di cui due bambini asfissiati dai gas lacrimogeni.
La manifestazione era stata interdetta martedì scorso dalle autorità governative locali, ma venerdì gli schieramenti politici d’opposizione hanno annunciato di voler mantenere la loro iniziativa per protestare contro l’adozione di tre controverse leggi elettorali da parte del governo. Riforme varate a pochi mesi dalle elezioni presidenziali e legislative previste entro la fine dell’anno.
Durante gli scontri le forze dell’ordine hanno usato lacrimogeni ai quali i manifestanti hanno risposto lanciando pietre. Le autorità non hanno ancora rilasciato dichiarazioni, mentre i leader dell’opposizione avrebbero già annunciato nuove dimostrazioni giornaliere.
Il governo del presidente uscente Hery Rajaonarimampianina viene accusato di usare le nuove leggi per favorire il suo schieramento, impedendo ai candidati d’opposizione di presentarsi, inasprendo le norme sulle procedure elettorali e ostacolando l’accesso ai media.
Eletto nel 2013, Rajaonarimampianina, non ha ancora fatto sapere se si ricandiderà per un secondo mandato. I suoi due principali rivali ed ex-capi di stato, Marc Ravalomanana e Andry Rajoelina, ai quali era stata impedita la candidatura nel 2013, hanno invece fatto intendere che si ripresenteranno.