È di due morti e dieci feriti il bilancio delle esplosioni di tre bombe vicino al palazzo presidenziale del Cairo, in Egitto, nel giorno del primo anniversario delle manifestazioni di massa contro l’ex presidente Mohammed Morsi. I funzionari della sicurezza hanno riferito che la prima bomba ha ferito tre spazzini, mentre la seconda e la terza sono esplose quando le squadre di artificieri stavano cercando di disinnescarle: nello scoppio sono morti un colonnello e un tenente della polizia. Feriti altri cinque poliziotti. Fonti ufficiali hanno riferito che un altro dispositivo è stato scoperto e disinnescato nella zona. Tutti gli ordigni sono stati collocati a meno di 20 metri di distanza dalle mura del palazzo, nel quartiere residenziale di Heliopolis, nella zona est del Cairo.
Non è stato subito chiaro se il presidente Abdel-Fattah el-Sissi, che come capo dell’esercito aveva destituito l’islamista Morsi, fosse all’interno del palazzo al momento delle esplosioni. I funzionari di polizia hanno parlato in modo anonimo, perché non autorizzati a trasmettere informazioni ai media. L’attacco non è stato rivendicato, nonostante porti le caratteristiche dei gruppi militanti islamici vicini a Morsi. Il gruppo jihadista Ajnad Masr, che ha rivendicato molti attentati avvenuti nella capitale egiziana nei mesi scorsi, aveva avvertito recentemente di aver piazzato alcune bombe intorno al palazzo presidenziale, aggiungendo tuttavia di non averle fatte esplodere per evitare di uccidere civili. Non è chiaro se gli ordigni fossero collegati alle esplosioni di oggi. – LaPresse/AP