In Africa negli ultimi due decenni sono piovuti investimenti enormi, soprattutto dalle economie emergenti dell’Asia, in particolare della Cina. In questa gara a prendere posizione nel continente africano sono comparse anche le potentissime, a livello finanziario, Monarchie del Golfo. Le vecchie potenze coloniali e occidantali hanno cercato di non perdere posizioni.
Ma in questa gara per posizionarsi in Africa si parla relativamente poco del Marocco che invece in questi anni è stato tra i più dinamici protagonisti della “corsa” all’Africa. L’ultimo esempio è quello che segue, e si tratta di un opera veramente faraonica. Mentre Cina, potenze occidentali e monarchie della penisola arabica si contendono il potenziale terminale di Lamu, tra Kenya e Somalia, che dovrà portare il petrolio sud sudanese e le risorse minerarie dei Grandi Laghi sull’Oceano, Marocco e Nigeria hanno firmato un accordo preliminare per la realizzazione di un gasdotto che porterà metano e greggio della regione del Delta del Niger nel Paese nordafricano.
Nel documento si precisa che si tratta di una pipeline lunga 5560 chilometri. Rispetto ai tempi di realizzazione sono previste più fasi, ma il progetto definitivo è da completare nell’arco di 25 anni. Parte del percorso dovrebbe essere onshore, parte offshore. Interessati diversi Paesi membri della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale.
L’intesa è stata sottoscritta dal re del Marocco, Mohammed VI (nella foto), e dal presidente nigeriano, Muhammadu Buhari ed è una vera e propria grande opera, anche dal punto di vista logistico. Un primo accordo sul gasdotto era già stato raggiunto nel dicembre 2016.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)