All’ultimo tentativo l’Africa batte un colpo. Al tamburo si piazza Mbaye Niang, i suonati sono i polacchi, Szczesny in primis, che perde una «sfida diretta» sul gol del 2-1. Ma tutta la Polonia, e la sua folta colonia italiana, stecca l’esordio, completando il ribaltamento dei valori nel girone, dove ora comandano Giappone e Senegal. Quella di Cissé è la squadra più attrezzata del continente, e a Mosca, nello stadio dello Spartak, vince nonostante la giornata spenta della sua stella Mané. Possono stupire ancora: ha ragione l’ex capitano del Mondiale 2002.
Non ce la fa invece l’Egitto che, dopo due sconfitte, ora è quasi fuori dal mondiale. A San Pietroburgo, la Russia fa la partita fin dall’inizio, con il solito Golovin a cercare per primo la porta di El Shenawy. La squadra di Cuper pare soprattutto preoccupata di non subire gol e di «dosare» Mohamed Salah, non ancora al top. La stella del Liverpool ci mette 40 minuti a timbrare il primo tiro, un sinistro a giro fuori di poco, e la sua prova resterà deludente nonostante il rigore conquistato e trasformato al 73′, quando i giochi sono già chiusi (la Var corregge la decisione dell’arbitro, che aveva assegnato una punizione dal limite). La gara finisce 3 a 1 per la Russia.
