Una missione esplorativa quasi come quelle dell’ottocento o, anche, un impresa alpinistica come la prima salita al Cervino. Ventotto persone tra biologi, addetti alla logistica, medici, esperti di piante, insetti e fauna tutti di nazionalità britannica, esclusi alcuni portatori locali. Non è una impresa di altri tempi ma di oggi. Una missione guidata dal noto ambientalista Julian Bayliss, della Oxford Brooke University, già noto per aver scoperto, attraverso Google Earth, la foresta di Mubu, la piu’ grande estensione di foresta pluviale a media quota dell’Africa meridionale.
Questa volta l’ambientalista ha guidato una missione sul Monte Licu, nel nord del Mozambico, per andare ad esplorare il cratere di questa montagna coperto da una fitta foresta primaria dove probabilmente l’evoluzione ha seguito una sua strada, diversa da quella che si è svolta sul resto del pianeta e che la scienza ormai conosce bene.
La missione è durata due anni e ha costretto i partecipanti, tra i 34 e i 64 anni, a superare una fitta foresta alle pendici della montagna e poi a scalare una parete a strapiombo lunga settecento metri e in buona parte completamente liscia per arrivare al cratere, un sistema di biodiversità unico al mondo.
Dopo le prime analisi, una specie di farfalla e’ gia’ stata individuata come una nuova scoperta, ma quasi certamente potrebbero rappresentare novita’ anche esemplari di serpenti, rane e altri anfibi, roditori e piante.
Un mistero, poi, avvolgerebbe il ritrovamento di alcuni vasi antichi. “Secondo la comunita’ locale nessuno nella memoria o nella leggenda e’ mai stato in cima alla montagna” annota il ‘Guardian’. Come hanno fatto i vasai a raggiungere il ciglio del cratere?”.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)