Ci sarà tanta Africa nella finale del campionato del mondo di calcio che si giocherà domani in Russia. Nessun squadra del continente, sono state eliminate tutte al primo turno. Ma sono tanti i giocatori di origine africana che militano nella Francia (la Croazia non ha ne ha). Sono il retaggio di un lungo passato coloniale finito negli anni Sessanta del secolo scorso, ma anche delle politiche di accoglienza che hanno segnato il Paese transalpino negli ultimi decenni. Ci sono 14 giocatori di origine africana nella Francia di Deschamps. Ci sono storie diverse, di disagio e di ricchezza. C’è chi come Mbappé è cresciuto in una villetta con giardino a Bondy, vicino all’aeroporto parigino Charles de Gaulle, in una zona tranquilla di quella che siamo abituati a liquidare come banlieue. Ma c’è anche Paul Pogba cresciuto nella banlieue di Lagny-sur-Marne. Pogba lui è nato in Francia, ma non è meno fiero dei suoi fratelli della sua patria di adozione dei gemelli Mathias e Florentin, venuti al mondo a Conakry e ora nazionali della Guinea.
Le nazionalità africane sono molte. Il Congo stravince in questa sfida con Nzonzi, Mandanda e Kimpembe. Poi c’è Matuidi metà angolano e metà congolese. I maliani sono tre: Kanté, Sidibé e Dembélé. Fra campo e panchina parteciperanno per i Bleus il marocchino Rami, l’algerino Fekir, il senegalese Mendy, il togolese Tolisso. Mbappé è di mamma algerina. Umtiti è uno che non potrebbe sentirsi più francese di così: ha fatto tutta la trafila nelle giovanili bleu e da grande non ha ceduto alle insistenze di Milla, che andò dalla mamma per convincerlo a scegliere il Camerun. Ma lui aveva deciso e alla fine ha avuto ragione.