Il diffondersi dell’Ebola nell’Africa occidentale potrebbe avere “conseguenze disastrose”. Lo ha affermato il direttore generale dell’Oms Margaret Chan, che oggi ha presieduto un meeting a Conokry in Guinea, uno dei paesi piu’ colpiti dal virus a cui hanno partecipato alcuni presidenti africani.
“Si tratta di una malattia senza precedenti – ha detto Chan – che costituisce una sfida straordinaria”. L’ebola – ha spiegato il direttore di Oms “si sta muovendo piu’ velocemente di quanto lo facciano i nostri sforzi di prevenirla”. Inoltre gia’ una sessantina di medici si sono infettati, alcuni di questi membri di staff internazionali. Chan ha ribadito che il virus rappresenta il ceppo piu’ virale della malattia, in circolazione da vari decenni, e che non si diffonde via aria e che la popolazione civile non e’ quindi a rischio. Tuttavia, ha aggiunto “non permetterei al virus di circolare liberamente per un lungo periodo”, anche perche’ non sono prevedibili le mutazioni. Chan ha quindi sollecitato i governi africani presenti al summit as “usare tutti i propri mezzi per garantire sicurezza”.
L’allarme ebola arriva in Cina. La provincia di Canton, dove si concentrano gli immigrati africani del Paese, ha deciso di adottare misure cautelative per evitare la diffusione del virus. Secondo quanto riporta il China Daily l’aeroporto di Baiyun ha installato termometri per controllare la temperatura corporea di tutti i passeggeri. Nel caso in cui questa superasse 37,5 gradi allora i passeggeri verranno sottoposti a un’analisi del sangue. Intantoi due volontari americani infettati in Liberia saranno evacuati ad Atlanta per essere ricoverati all Emory University Hospital, secondo quanto riportano fonti dell’ospedale.
Allerta per l’emergenza ebola anche in Libano, che nei tre Paesi africani colpiti dall’epidemia ha oltre 20mila connazionali residenti. Il ministro della Salute libanese, Wael Abu Faour, ha visitato l’aeroporto di Beirut, sottolineando che e’ stato “chiesto a tutte le compagnie aeree, specialmente a quelle che trasportano persone da Sierra Leone, Guinea e Liberia, di informare le autorita’ libanesi di chiunque mostri sintomi sospetti”. Questi saranno sottoposti a controllo medico allo scalo. Intanto, il ministero degli Esteri ha chiesto alle ambasciate di assicurarsi che i connazionali all’estero siano tenuti informati sull’epidemia, prendano le dovute precauzioni e gli venga data assistenza in caso di rimpatrio. Sono 12mila i libanesi che vivono in Sierra Leone, 6.500 in Libera e 3.500 in Guinea, i tre Paesi colpiti dall’ebola, che finora ha provocato la morte di circa 730 persone. Da parte sua, il ministero del Lavoro libanese ha fatto sapere di aver sospeso i permessi per l’impiego ai cittadini dei tre Paesi africani. Una “misura precauzionale”, ha spiegato una fonte, sottolineando che il numero di lavoratori colpiti e’ limitato. (…) – (AGI) .