Ieri alle ore 18 i seggi elettorali maliani sono stati ufficialmente chiusi per iniziare il conteggio delle schede del primo turno delle elezioni presidenziali sotto la supervisione della commissione elettorale e il controllo dei rappresentanti di maggioranza e opposizione.
Il presidente uscente Ibrahim Boubacar Keïta (soprannominato “Ibk”) si è ripresentato appoggiato da una colazione politica che comprende ben settanta partiti. Il leader dell’opposizione al parlamento, Soumaïla Cissé, è invece il candidato del suo partito, l’Union pour la République et la Démocratie e della piattaforma Ensemble, restaurons l’espoir che raccoglie una trentina di partiti e oltre duecento associazioni. Oltre a Ibk e Cissé si sono candidati altri 21 personalità politiche e non, tra cui Modibo Sidibé, un ex primo ministro, e Aliou Boubacar Diallo ricchissimo proprietario della Wassoul’Or.
Il voto, considerato ad alto rischio per via del terrorismo jihadista nel Nord e del recente passato del paese, si è svolto in un contesto di massima sicurezza con più di 30mila unità delle forze di sicurezza nazionali e internazionali dispiegate sul campo. Nelle grandi città come la capitale Bamako e Gao, tutto si è svolto tranquillamente, mentre qualche difficoltà è stata registrata nel nord e nel centro del paese, come riportato da Rfi. In particolare nella località di Aguelhok, Lafia e Gandamia dove sono stati registrati degli attacchi che hanno impedito lo svolgimento del voto.
I primi risultati parziali verranno pubblicati entro le prossime 48 ore, mentre quelli definitivi verranno annunciati entro 5 giorni dal voto.
Il Mali è arrivato a queste elezioni in un momento assai complicato sul fronte della politica interna. Malgrado l’accordo di Algeri siglato nel 2015 mai attuato completamente, la pace e la sicurezza nel paese africano sono ancora lontane. Nemmeno la presenza dei caschi blu dell’Onu e dei militari francesi di Barkhane ha interrotto il susseguirsi degli attacchi terroristici nel nord del paese e in tutto il Sahel.