Ogni anno in Algeria muoiono almeno quindicimila persone a causa del fumo, così come ogni anno si registrano tra i tremila ed i quattromila nuovi casi di cancro – soprattutto ai polmoni – collegabili al consumo di tabacco.
Una statistica che spaventa le istituzioni, che si trovano a combattere un fenomeno – quello dell’abuso di tabacco – che si incrementa nonostante una legislazione che punisce con rigore chi non rispetta le norme in materia, ma che non ha effetti concreti, visto che le violazioni sono pressoché costanti. Come accade con lo specifico articolo di una legge a tutela della salute promulgata nel 1985 e che vieta espressamente il fumo nei luoghi pubblici. Una legge all’avanguardia già nel 1985, ma sistematicamente ignorata, come è possibile vedere andando per uffici pubblici, strutture sanitarie e scolastiche.
Il neoistituito Comitato nazionale di lotta contro il tabagismo, che di recente ha tenuto la sua prima riunione ufficiale, si trova davanti ad un quadro assolutamente emergenziale. Stando alle statistiche ufficiali, difatti, nonostante inviti e campagne di sensibilizzazione, il consumo di tabacco negli ultimi trant’anni è triplicato ed esso interessa un numero sempre maggiore di minori, che evidentemente non sanno respingere il ‘maledetto’ spirito di emulazione nei confronti degli adulti e che li spinge a fumare per ‘sentirsi grandi’.
Tanto che una delle ultime ricerche stima che un ragazzo su cinque non solo fuma, ma deve essere considerato come un consumatore cronico. Una statistica che risale al 2010 indicava che il 9,2 per cento dei fumatori erano ragazzi compresi tra i 13 ed i 15 anni. Una percentuale agghiacciante in qualche modo agevolata dal fatto che le istituzioni poco o nulla fanno o possono fare per contrastare la vendita di tabacco ai minori nei chioschi, piccoli bazar diffusissimi in Nord Africa in cui si vende di tutto, come appunto le sigarette, in pacchetto o sfuse.
Ma a fare riflettere o spaventare è il trend in crescita della percentuale di consumatori, che nel 1977 era stimata nel 7 per cento della popolazione e che era del 25 per cento nel 1998.
Ma oggi le stime parlano del 43,8 per cento di fumatori tra gli uomini e del 6,5 per cento tra le donne. Il governo e le sue strutture comunque continuano a spendere sforzi e risorse per combattere il fumo. L’anno prossimo, infatti, appunto per scoraggiarne il consumo, scatterà l’ennesimo aumento delle tasse sul tabacco. Forse poco per fermare la sola epidemia da cui si viene colpiti soltanto se lo si vuole. * Diego Minuti – (ANSAmed).