Le forze di sicurezza egiziane hanno annunciato di aver ucciso 52 sospetti militanti islamisti durante diverse operazioni militari portate a termine nella instabile Penisola del Sinai.
Secondo quanto dichiarato in un comunicato del Ministero della Difesa egiziano, 15 veicoli carichi d’armi sarebbero stati distrutti nell’ovest della regione, mentre altri 17 sarebbero stati intercettati nel sud. Il comunicato precisa anche, come riporta la BBC, che 13 jihadisti giudicati “estremamente pericolosi” sarebbero stati uccisi durante un’operazione portata a termine nel capoluogo della regione Al-Arish. Nelle operazioni sarebbero stati sequestrati anche 64 congegni esplosivi.
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L’Egitto lo scorso febbraio ha lanciato una vasta operazione militare contro i gruppi estremisti islamici dopo che il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi lo scorso novembre aveva ordinato di “ripristinare l’ordine nella zona” usando “la massima forza”. I gruppi jihadisti in Egitto si sono resi responsabili di azioni eclatanti, come l’attacco alla moschea di Rawda del 24 novembre scorso, affollata per la preghiera del Venerdì, in cui sono rimasti uccisi oltre 300 fedeli.
Dall’inizio dell’operazione sarebbero stati uccisi almeno 313 sospetti jihadisti mentre l’esercito avrebbe perso 35 uomini.
La lunga insurrezione del Sinai ha preso forza dopo il colpo di stato che nel 2013 ha spodestato Mohamed Morsi, leader dei Fratelli Musulmani. Attualmente molti dei gruppi che militano nell’area sarebbero affiliati allo Stato Islamico.