L’oppositore congolese Moïse Katumbi ha dichiarato ai microfoni della BBC di non aver ancora rinunciato a candidarsi alle prossime elezioni di dicembre in Repubblica democratica del Congo.
L’ex governatore della provincia del Katanga sperava di rientrare nel paese dopo due anni di esilio per formalizzare la sua candidatura, ma le autorità congolesi glielo hanno impedito in due diverse occasioni la scorsa settimana. Il rischio adesso è che non riesca a depositare la sua candidatura nei termini legali consentiti, in quanto domani è il termine ultimo per la presentazione.
Attualmente Katumbi si trova in Zambia da dove ha cercato di varcare la frontiera senza successo. Da li ieri ha fatto sapere che avrebbe sollecitato l’intervento dell’Unione Africana (UA) e della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC). Nel pomeriggio è arrivato l’intervento del presidente della Commissione dell’UA, Moussa Faki Mahamat, che ha lanciato un appello al “rispetto dei diritti umani e delle libertà dei congolesi” necessario per garantire elezioni “eque ed inclusive”.
Nel frattempo sono state registrate diverse manifestazioni di protesta nel capoluogo Lubumbashi per il mancato rientro di Katumbi. Centinaia di suoi sostenitori sono scesi in strada inneggiando cori in suo favore e chiedendo il suo rientro. Le forze dell’ordine congolesi sono intervenute disperdendo l’assembramento con lacrimogeni e sparando colpi di avvertimento in aria.
Katumbi, passato dalla maggioranza all’opposizione nel 2015, è finito nelle mire della giustizia per diverse accuse ai suoi danni. Nel 2016 ha lasciato il paese ufficialmente per motivi medici. Se rientrasse potrebbe però essere arrestato, in quanto mentre era all’estero è stato condannato a tre anni per un caso di accaparramento di terreni ed è stato citato in giudizio per “reclutamento di mercenari” (processo rinviato al 10 ottobre). Oltre a ciò, è stato anche accusato di aver avuto la cittadinanza italiana, il che lo renderebbe incandidabile secondo la legge congolese.
Le elezioni di dicembre dovrebbero indicare un successore di Kabila il quale non può più candidarsi e il cui mandato è ufficialmente scaduto nel 2016. C’è grande attesa a 24 ore dalla chiusura delle candidature. Aumentano le speculazioni su chi sarà il candidato della formazione al potere, dopo che Kabila ha chiesto di trovare un delfino ai suoi fedelissimi la scorsa settimana.