Il portavoce del governo Lambert Mende ha giustificato oggi l’arresto del segretario generale dell’Unione per la nazione congolese (unc), terzo partito d’opposizione, il deputato Jean-Bertrand Ewanga, smentendo che si trovi in prigione, come denunciato dai suoi avvocati.
Ewanga “è agli arresti domiciliari. È quello che si fa con persone del suo rango” ha dichiarato Mende, parlando ai giornalisti a Kinshasa. In merito a infrazioni procedurali denunciate dalla difesa, il portavoce ha affermato che “in caso di flagranza di reato, il procuratore generale della Repubblica ha l’autorità per trattenere un ministro, un parlamentare o chiunque altro”. L’alto funzionario ha sottolineato che in caso di flagranza “il parlamento viene informato solo dopo” e dunque non era necessario notificare il provvedimento giudiziario al presidente dell’aula, come sostengono invece gli avvocati di Ewanga.
Il segretario generale dell’Unc è stato arrestato dopo una manifestazione – di cui è stato fra i principali oratori – organizzata lunedì a Kinshasa dall’opposizione che denuncia un piano del governo per modificare la Costituzione e consentire al presidente Joseph Kabila di presentarsi per un terzo mandato nel 2016. Ewanga è stato accusato di oltraggio al capo dello Stato per averlo definito “ladro” e di incitamento all’odio etnico per averlo chiamato “ruandese”. I suoi avvocati negano le accuse.
“Le registrazioni le abbiamo noi. E, in ogni caso, non è l’avvocato di Ewanga che decide i fatti né i suoi amici politici né i suoi avversari, che siamo noi. È la giustizia” ha detto ancora Mende, intervistato dall’emittente francese Rfi. “Non possiamo accettare che in Repubblica democratica del Congo si faccia la promozione dell’odio fra etnie attribuendo al presidente un’etnia che non è la sua e appellandosi alla gente affinché si caccino tutte le persone di quell’etnia. È qualcosa che un dirigente congolese, anche se è nell’opposizione, non dovrebbe incoraggiare”. – Misna