In Mali anche il fronte del presidente uscente Ibrahim Boubacar Keïta si è pronunciato sull’esito del voto per il ballottaggio presidenziale che si è svolto domenica scorsa ancor prima che vengano pubblicati i risultati ufficiali. Secondo il direttore della sua campagna elettorale, Boukary Treta, “IBK” come viene soprannominato il Capo di Stato maliano, “sarà rieletto in maniera ampia e confortevole” secondo i sondaggi fatti dal suo schieramento. “Attendiamo serenamente i risultati ufficiali” ha poi concluso Treta.
Sia le Nazioni Unite che l’Unione Europea hanno chiesto sia allo schieramento di Keïta che a quello dell’oppositore e sfidante Soumaïla Cissé di mantenere la calma. Specie dopo un secondo turno che è migliorato in termini di sicurezza rispetto al primo, pur essendoci stati diversi incidenti nel Nord e nel centro del paese, tra cui l’uccisione del presidente di un seggio elettorale nel villaggio di Arkodia a sud ovest di Timbuctu, ma che è stato macchiato da sospetti di brogli elettorali.
Il giorno dopo il voto Cissé ha già contestato i risultati denunciando “brogli”. DI fronte a una folla di suoi sostenitori del partito Union pour la république et la démocratie, ha esortato il paese alla mobilitazione perché non va accettata “la dittatura della frode”. Ieri il suo portavoce Tiébilé Dramé, ha poi precisato che le proteste saranno “pacifiche e democratiche”.
Né gli osservatori dell’Unione Africana né quelli dell’UE hanno però rilevato “frodi elettorali” nel ballottaggio come denunciato dall’opposizione e respinto dal fronte di IBK come una “messa in scena”. La presidente della missione di osservatori dell’UE, l’italiana Cecile Kyenge, ieri in conferenza stampa a Bamako ha affermato che il “voto si è svolto in maniera calma” e che “gli osservatoti non hanno riscontrato frodi ma irregolarità nelle procedure in alcuni dei seggi visitati”.
Di sicuro il ballottaggio sembra essersi svolto in un clima di indifferenza diffuso fra la popolazione. Si stima che degli 8 milioni di maliani aventi diritto ci sia stata una partecipazione di appena il 27%. Al primo turno era stata del 43%.
Al primo turno del 29 luglio scorso Keïta si è imposto con il 41,4% dei voti mentre Cissé ha raccolto il 17,78% dei consensi. Ben 17 candidati non accettato il risultato e alcuni hanno presentato ricorsi presso la Corte Costituzionale
I risultati del ballottaggio potrebbero essere annunciati già quest’oggi. Il vincitore entrerà in funzione il 4 settembre con il grande compito di rilanciare l’accordo di pace di Algeri siglato nel 2015 con la ribellione Tuareg del Nord, ma mai attuato completamente. La pace e la sicurezza nel paese africano sono ancora lontane. Nemmeno la presenza dei caschi blu dell’Onu e dei militari francesi di Barkhane ha interrotto il susseguirsi degli attacchi terroristici nel nord del paese e in tutto il Sahel.