“Un passo avanti, ma molto resta ancora da fare”. Così la maggior parte dei commentatori indipendenti, congolesi e internazionali, ha accolto la designazione dell’ex Ministro degli Interni, Emmanuel Ramazani Shadary come candidato dell’attuale maggioranza per le elezioni presidenziali che si terranno il 23 dicembre nella Repubblica Democratica del Congo.
L’annuncio della scelta di Shadary da parte del Fronte Comune per il Congo (Fcc), mette fine ai timori sulle intenzioni del Presidente uscente, Joseph Kabila, di cercare di ripresentarsi alle elezioni per ottenere un terzo mandato in palese violazione della Costituzione, che prevede solo due mandanti presidenziali.
Tra coloro che si sono felicitati per la candidatura di Shadary, ci sono i Vescovi congolesi, che attraverso il Segretario Generale della Conferenza Episcopale congolese (Cenco), don Donatien Nshole, hanno reso noto che “la Cenco prende atto del fatto che la maggioranza ha designato un candidato diverso dal Presidente della Repubblica e che ciò rappresenta un passo importante nella direzione del rispetto della Costituzione e dell’accordo del 31 dicembre 2016”.
Ma l’Episcopato sottolinea che “rimangono ancora aperti molti problemi che devono essere presi in considerazione: il consenso sull’uso o meno della macchina per votare, la questione del registro elettorale che contiene molti elettori registrati senza impronte digitali, le varie misure di rasserenamento del clima politico che non sono ancora state applicate in modo soddisfacente. Se non si tiene conto di tutto questo, si rischia di credere di aver risolto tutti i problemi e di arrivare a delle elezioni con risultati che saranno immediatamente contestati e che daranno inizio ad una nuova crisi politica”.