Sulle acque dello stupendo lago Vittoria, il più grande d’Africa, le tragedie sono frequenti. Qualche anno fa andò a picco un traghetto con ottocento persone a bordo. Questo, pare, ne avesse a bordo quattrocento. Sono state salvate poche decine di persone. Per il numero reale dei morti basta fare il conto. Una strage. Il traghetto è andato a fondo nella parte di competenza della Tanzania, il lago è diviso in tre: Tanzania, appunto, Kenya e Uganda.
Questo traghetto si muove tutti i giorni, destinazione la più grande delle isole sul lago, Ukerewe. Ci si muove per lavoro, sul lago Vittoria, perchè tutte le coste e le isole sono quasi totalmente dedicate alla coltivazione dei fiori, ci sono serre immense in gran parte di proprietà delle grandi imprese straniere che forniscono fiori in tutto il mondo. In queste serre lavorano centinaia di addetti africani che hanno bisogno, tutti i giorni, di andare da una costa all’altra, da un villaggio ad una serra. Molti dei fiori che alla sera, nelle nostre città, pakistani a bangalesi vendono davanti o dentro i ristoranti provengono proprio da lì. Sono i rimasugli che i grandi carichi per le imprese di fiori fanno saltar fuori per questi venditori al dettaglio.
Poi su quel lago si muovono i pescatori. Il Vittoria è pescosissimo e i pesci per i ristoranti di tutti i paesi vicini provengono proprio da lì. In Uganda, in Kenya, in Tanzania, in Burundi, in Ruanda praticamente si mangiano solo Capitaine e Tilapie pescate nel Lago.
I quattrocento a bordo del traghetto probabilmente erano lavoratori di queste due attività. Piccole imprese familiari, a volte, oppure gruppi di donne che entrano nelle serre per dieci ore al giorno a tagliare steli e impacchettare fiori. Il traghetto era sovraccarico, come tutte le imbarcazioni che si muovono sul lago, ed è andato a fondo quando era già in fase di attracco. I passeggeri si sono spostati tutti su un lato ed è accaduto il disastro.
Fiori nei mercati europei e pesci nei ristoranti locali comunque non mancheranno, di mano d’opera qui ce n’è in abbondanza. E i traghetti continueranno ad essere sovraccarichi e con poca manutenzione, come sempre.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)