Rimane alta la tensione a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, dove in scontri tra la popolazione dei quartieri a maggioranza musulmana e truppe francesi dell’operazione Sangaris e quelle dell’EUFOR-RCA (la missione dell’Unione Europea nel Paese africano) vi sono stati almeno 9 morti e più di 30 feriti. Tra le vittime c’è un volontario della Croce Rossa. La Coordinatrice degli affari umanitari delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana, Claire Bourgeois, ha denunciato che “il numero di operatori umanitari uccisi, rapiti o feriti gravemente in Centrafrica ha raggiunto il livello più alto mai registrato nel Paese, con una cinquantina di incidenti negli ultimi dodici mesi”.
Il conflitto civile nel Centrafrica sta avendo conseguenze anche negli Stati vicini come il Ciad, che oltre ad aver accolto una parte dei centrafricani fuggiti dal loro Paese, ha visto rientrare diversi ciadiani che vivevano in Centrafrica.
I leader cristiani e musulmani ciadiani hanno lanciato una piattaforma per la coesistenza pacifica e l’educazione alla pace a favore dei ciadiani rientrati dal Centrafrica.
Sounia Potifar, Segretario Generale dell’Intesa delle chiese e missioni evangeliche in Ciad, Cheikh Hissein Abakar Hassan, Presidente del Consiglio Superiore degli Affari Islamici, e Sua Ecc. Mons. Joachim Kouraleyo, Vescovo di Mondou e Vice Presidente della Conferenza Episcopale del Ciad, nel corso di una riunione a Mondou hanno sottolineato che intendono far di tutto perché “quello che accade in Centrafrica non accada in Ciad”.
Il Ciad accoglie attualmente 91.000 rifugiati centrafricani e 100.000 ciadiani costretti alla fuga dal Paese vicino. – Ag. Fides